martedì 2 dicembre 2014

Patatine finte false fritte

Sono una zia.
Zia di due sp...lendidi (...accaballe) bambini di 3 e 5 anni...

Ultimamente si nutrono "a comparti stagni", ma sostanzialmente i pasti sono a base di pasta (o in bianco o al pomodoro), grandi affettati, gran formaggi e gran carne... e a me ste cose incominciano a uscire fuori dagli occhi...

Adele e Guido mangiano solo le patatine fritte.
Neanche al forno o in umido... dei puristi della patata fritta.

Visto che abito in un bellissimo appartamento open space, e la cappa della mia cucina sembra fatta solo a puro scopo decorativo, il fritto lo lascio a quelle piccole e rare occasioni dove non si può farne a meno (vedi cotoletta).
C'è anche da dire che non c'è Patasnella che tenga: la patatina a bastoncino VA FRITTA. Libera scelta se passarle al forno, ma il bastoncino nasce per morire affogato nell'olio di semi, c'è poco da fare.

Perchè allora non unire qualcosa che fa schiferrimo ad uno (Guido i ceci non li disprezza, di felafel ne mangia a chili...Adele sembra sentirne l'odore come un cane da tartufo), con qualcosa che fa schiferrimo ad entrambi (la polenta)?


Ebbene si, queste non sono nè patate nè son fritte.
Sono bastoncini di ceci e polenta.

Li hanno mangiati?
Spacciandoli per patatine al forno "nuova ricetta" LI HANNO SPAZZOLATI!

Ecco cosa vi serve:

200g di farina di ceci
50g di farina per polenta istantanea
600g di acqua
rosmarino
sale e pepe q.b.


Fate bollire l'acqua in un pentolino con sale, pepe e il rosmarino.

Aggiungere mescolando con una frusta le due farine precedentemente mescolate tra loro.

Continuare a mescolare e far cuocere per 10 minuti.

Foderare una placca (io ho usato una teglia per dolci quadrata) con della carta forno, versarci il composto e far raffreddare (io l'ho lasciato sul davanzale della finestra per 30 minuti).

Tagliare a bastoncini, mettere su una placca rivestita di carta forno e far cuocere in forno preriscaldato a 200°C per 15/20 minuti (verificate che siano croccantosi).


martedì 28 ottobre 2014

Pan carrè salame e origano, tutto nel fornetto

Il mio lievito madre è morto.


Bene, detto questo...

Un po' di tempo fa, nella cantina dei miei, rovistando in cerca di chi sa cosa, ho trovato una di quelle macchine per fare il pane che tanto andava di moda tempo fa. Di quelle dove butti tutto dentro e qualsiasi cosa tu voglia diventa pan carrè. Che, tra l'altro, io odio.
Visto che questo sembra essere un periodo di sfida con tutto e con tutti, spinta dal ricordo di mio padre che diceva: "Con sto coso non viene fuori un cazzo", ma soprattutto dal sapore della "cosa" uscita dopo aver seguito per filo e per segno il ricettario Kenwood, l'ho riportata a nuovo.

Allora, secondo me c'è una cospirazione di qualche tipo dietro i ricettari di qualsiasi marchio di elettrodomestico/attrezzo wowoyeah.
Non esiste che mi scrivi tutto quello che devo fare, schiaccio due bottoni e viene una me. No.

Allora ti ingegni, scartabelli siti, librerie, biblioteche... e qualche ricetta decente la trovi.
E questa è una di quelle.







Pan carrè all'origano e salame

100g di acqua
50g di latte
2 cucchiai di olio extravergine di oliva
1 uovo
180g di farina 00
120g di farina manitoba
4g di zucchero
8g di sale
7g di lievito di birra o 3g di lievito secco

1 cucchiaino di origano
30g di salamino piccante



- Inserite nel cestello della macchina del pane, nell' ordine, 100g di acqua, il latte, l'olio, l'uovo sbattuto, le due farine e lo zucchero quindi il sale e il lievito, avendo cura di metterli in due angoli opposti del cestello

- Al segnale acustico aggiungete l'origano e il salamino tagliato a dadini.

- Programma di preparazione: pane francese, crosta: media


A me il pan carrè di solito fa veramente schifo, ma su questo devo assolutamente ricredermi.

Prossimi esperimenti: pan carrè con feta e olive, plum cake con la macchina del pane. A presto!

lunedì 27 ottobre 2014

Torta di polenta, mandorle e limone

Ri-scusate per l'assenza.
Mi sono concessa un periodo di ferie per ritornare nell'amata Milano, e tirare un sospiro di sollievo cullata dall'aria fresca della Toscana.

Bado alle ciance, mi è stato chiesto di preparare un dolce "alternativo" per la colazione, e come al solito, spinta dalla voglia di sperimentare ne è uscito questo.


Perdonate la qualità della foto, la torta risuta un pochino friabile e quindi è delicatissima da tagliare...



200g di burro morbido
200g di zucchero
200g di farina di mandorle
1 limone
1 bustina di lievito per dolci
150g di farina per polenta
1 bicchiere di latte
3 uova



- Sbattere il burro morbido con lo zucchero, unire le uova una per volta

- Aggiungere la scorza del limone, il succo, e iniziare a incorporare le due farine

- Aggiungere il lievito e il latte

- Imburrare e infarinare uno stampo

- Infornare a 180°C per 40 minuti


Il dolce ha un forte profumo di limone, sotto la lingua scricchiola la farina della polenta e le mandorle oltre che a dare il loro aroma, rende morbida e allo stesso tempo friabile la torta.

Provare per credere.




sabato 13 settembre 2014

Focaccia 'Gnorante



PREMETTO: spero che questa sia una delle mie ultime panificazioni via lievito di birra, e di riuscire presto a ritornare al mio caro e buon lievito madre, che sto provando a rifare per la centocinquantesima volta dopo aver involontariamente ucciso quello di tre anni di prima.

Il mio ragazzo sta passando dei seri momenti di crisi d'astinenza da focaccia.
E' passato dalla Lombardia -dove la focaccia regna indiscussa in ogni panificio- al Veneto -dove la focaccia la trovi al massimo surgelata al banco della COOP-.

Da mali estremi, estremi rimedi!
THANK'S GOD IT'S SATURDAY, e quindi pomeriggio lunghissimo per cimentarmi nelle mie eroiche imprese culinarie (tanto la cena la lascio a mia madre).

La focaccia 'gnorante è 'gnorante ebbasta, abbestia!
Non è una vera focaccia genovese perchè mi sono dimenticata di comprare lo strutto, non è una focaccia normale, è la mia! La dono a voi come la ricetta del piatto preferito del Faraone.


- 510g di farina

- 250g di acqua (ve ne servirà di più, probabilmente)

- 1 cucchiaino e mezzo di sale

- 4 cucchiai di olio extra vergine di oliva

- una bustina di lievito secco attivo o un cubetto di lievito



Sciogliete il lievito nell'acqua. Lasciate riposare 5 minuti. 
Formate una fontana con la farina e versarvi al centro il lievito. 
Aggiungere il sale e l'olio.
Impastare per 15 minuti.
Ungere una terrina, farvi roteare l'impasto, coprire e far lievitare finchè raddoppia di volume (circa 1 ora)

Foderate una teglia di carta forno, rovesciarvi l'impasto e schiacciarlo con la punta delle dita. 
Coprire e far lievitare finchè raddoppia di volume.

Preriscaldate il forno a 200°C.
Ungere la superficie della focaccia, cospargere di sale fino e cuocere la focaccia per circa 30 minuti. 

TAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAADAAAAAAAAAAANNN! 


domenica 7 settembre 2014

Red Vvvvvvvelvet mon amour!

Scusate l'assenza.
Alcuni di voi hanno pensato o sperato che l'avessi fatta finita con il blog, e invece!

Non che io non abbia cucinato, sia chiaro.
Solo che tutte le mie energie si sono canalizzate sulla torta che il mio super nipote ha chiesto per la sua festa (premettendogli che io non uso la pasta di zucchero, nè cereali, nè tubi di plastica o compensato perchè quelle non sono torte ma delle cose "NO", che mai preparerò e mai gli farò mangiare IO).

Mio nipote, visto il traguardo dei 5 anni, e visto che è un bambino pratico e per niente pretenzioso mi ha chiesto una crostata, e insieme abbiamo deciso di fare anche la Red Velvet (con la crema al formaggio però).



Ovviamente non mi sono fatta aiutare realmente nella preparazione DELLA ROSSA, perchè.... perchè vedete che delirio...

Per le 3 basi

- 440g di farina

- 170g di burro "pomata" (= temperatura ambiente)

- 3 uova

- 450g zucchero

- colorante liquido rosso q.b.

- 16g cacao amaro

- 1 cucchiaio di estratto di vaniglia

- 9g sale

- 370g yogurt bianco intero

- 7g di aceto di mele

- 7g di bicarbonato

Per la crema al formaggio

- 750g di formaggio spalmabile (che usiate il Philadelphia, il Filodelfia, il formaggì... non cambia nulla... se siete dei ricconi vi consiglio il caprino)

- 150g di zucchero a velo vanigliato

- 300g di panna liquida fresca



Per i tre dischi di base:

Sbattete il burro ammorbidito con metà zucchero finchè otterrete un composto spumoso e bianco.

Unite le uova una per volta alternandole con il resto dello zucchero.

Unite il cacao setacciato, il colorante (meglio abbondare, io ne ho messi 2 cucchiai del Gel Wilton, deve essere bello rosso, anche perchè in cottura tende a virare al marrone) e la vaniglia.

Sciogliete il sale nello yogurt e aggiungetelo al composto.

Sciogliete il bicarbonato nell'aceto e aggiungetelo al composto.

Unite la farina setacciata.

Foderare due tortiere del diametro di 24 cm e in una mettere 1/3 di impasto, nell'altra i 2/3 (quest'ultima va divisa in due dischi).

Cuocere a 180°C in forno statico per 30 minuti circa. Verificate con uno stecchino. 

Per preparare la crema

Montate il formaggio con lo zucchero per alcuni minuti.

Aggiungere la panna precedentemente montata.

Lasciare in frigorifero fino all'utilizzo. 



Quando i dischi saranno pronti, sfornateli e lasciateli raffreddare COMPLETAMENTE (anche perchè... provate a tagliare i dischi da caldi......).

Poggiate il primo disco su un piatto di portata, farcire, coprire con il secondo disco, farcire e coprire i lati.




Inutile dirvi che il risultato è stato DIVINO, anche se non sono riuscita a mangiarla...

Provate, come sempre, e fatemi sapere come vi vengono! 

giovedì 28 agosto 2014

Falafellami tutta!

Dopo ripetuti richiami alle mie ricette non troppo leggere/troppo dolci/troppo animali/ troppo gnegnegne, vi falafello tutti, così anche i vegetariani son contenti ma pesanti perchè ste polpettine carine piccine, gnegne.... sono fritte.

...e si falafellino quelli a cui manco questa va bene!




Io le friggo, e vengono.
Non lo so se le potete fare al forno, boh, non ho mai provato. Se mi voglio far del male alle arterie lo faccio per bene.

- 1 cipolla

- 300g di ceci già cotti, scolati e asciugati

- 1 mazzetto di prezzemolo

- 2 spicchi di aglio

- un cucchiaino di cumino pestato al mortaio

- olio di semi per friggere

- sale e pepe quanto basta

- farina (un paio di cucchiai circa)



Frullate in un mixer i ceci insieme all'aglio, la cipolla affettata e il prezzemolo.

Trasferite il composto in una ciotola e aggiungere il sale, il pepe e il cumino.

Coprite e lasciate riposare in frigorifero per circa 2 ore.

Provate a questo punto a formare una pallina con l'impasto: se l'impasto si sfalda aggiungete un cucchiaio di farina, mescolate e riprovate. Se è necessario aggiungete farina.

Una volta raggiunta la giusta consistenza, formate delle palline di impasto e schiacchiatele leggermente.

Scaldare l'olio in una padella e friggere i falafel su entrambi i lati.



Dai, popolo veg, non potete essere scontenti!

BACIAMI, DAMA!

Credo sia necessaria e doverosa un' intro per questa ricetta.

Raramente mangio i dolci che cucino. Mi spiego: più un dolce è complesso, ha degli ingredienti dall'odore deciso, più sta in forno e mi inebria del suo profumo, più mi nausea e di conseguenza non riesco a mangiarlo.
Mangiarlo.
Il che vuol dire che in linea di massima li assaggio tutti, ma non arrivo mai a mangiarne una fetta.

Questo vale per tutti i dolci tranne: il mio tiramisù, la torta con le gocce di cioccolato, i baci di dama e i ventagli di sfoglia.

'inkia, i baci di dama. Ragazzi ditemi che non vi è mai capitata una scatolina di baci di dama, avete iniziato con uno, e vi siete ritrovati a raspare il fondo della scatola.
Omiodio, santo cielo, ohibò, qual siffatta droga.
Ora, se stessi qui a parlarvi delle mie cibo-dipendenze aprirei un capitolo decisamente troppo TROPPO per tutti e quindi, insomma, questi sono una cosa libidinosa.
Orgasmo a biscotto, chiamateli come vi pare ma correte a farveli, e implorerete la Dama che c'è in voi di baciarvi di nuovo.



- 100g di nocciole (potete in realtà usare le mandorle, metà mandorle e nocciole, fatecomevipare)

- 100g di zucchero

- 100g di burro

- 130g di farina

- 100g di cioccolato fondente fuzzo (fuso, dai)


Preriscaldate il forno a 180°C

Frullate con un mixer da cucina le nocciole insieme allo zucchero, fino ad ottenere una "farina" dalla grana grossa

Trasferite su una terrina e lavorate insieme al burro e alla farina

Formate delle palline (io le peso una per una perchè sono psicopatica, 8g ciascuna, ma regolatevi secondo le vostre fisse mentali)

Mettete le palline su una teglia coperta di carta forno e cuocere per 12/15 minuti

Sfornare, far raffreddare, farcire con il cioccolato fuso, lasciar rapprendere il cioccolato.


CREDETEMI, DROGA PURA.





Il piccolo chimico e l'estratto di vaniglia fatto in casa.

Come potete aver capito, sono assolutamente contro Vanillina.

LA VANILLINA NON E' VANIGLIA (e se vi abituate a quella vera, al vostro palato non ci vorrà molto per capire che non ci assomiglia neanche minimamente).

Cito Wikipedia:
"La vanillina (o vaniglina) è la molecola che impartisce alla vaniglia il suo tipico profumo. Chimicamente è un'aldeide aromatica, precisamente è la 4-idrossi-3-metossibenzaldeide. I semi di vaniglia ne contengono una percentuale compresa tra l'1,5% ed il 4%.
A temperatura ambiente è un solido cristallino bianco (o giallo tenue se poco pura) dal caratteristico aroma di vaniglia; abbastanza solubile in acqua, si scioglie molto meglio in etanolo (500 g/l a 20 °C) e nei più comuni solventi organici."

...e fin qui..., ma ecco dove volevo arrivare:

"La vanillina in commercio, usata in pasticceria, in profumeria e in quasi tutti i prodotti igienici, è di origine sintetica. La si prepara perossidazione dell'eugenolo con permanganato di potassio o ozono oppure per reazione del guaiacolo con formaldeide in un lento processo che ha tempi di reazione dell'ordine dei giorni.
Un'altra fonte industriale di vanillina sono gli scarti solforici dell'industria della carta. Questi contengono acido ligninsolfonico che, trattato ad alta temperatura e ad alta pressione con agenti ossidanti e alcalini, si decompone in svariati prodotti, tra cui la vanillina che viene successivamente estratta dalla miscela e purificata per distillazione e cristallizzazione.
Si stima che la produzione mondiale di vanillina sintetica sia di circa 12.000 tonnellate l'anno; la vanillina di origine naturale, ottenuta dalle 2.000 tonnellate/anno di semi di vaniglia raccolti nel mondo, ammonta a circa 40 tonnellate l'anno."
Detto ciò, io uso la VANIGLIA. Che è MARRONE, è una bacca di cui vengono utilizzati i semi, e cresce su una pianta e non sugli scaffali del supermercato.

Una bacca di vaniglia di mediocre qualità va dai 1.50-5€, per arrivare a quelle straordinarie, colte dalle fate della vaniglia che costano molto di più.

Anche qui, mi sta bene spendere 4€ per una bacca di vaniglia se la devo usare per una crema pasticcera, ma per fare una torta margherita....

Premetto che ho usato in passato un estratto di vaniglia della Wilton, mi sembra... ed era TRASPARENTE. Al che mi sono chiesta come fosse possibile che un estratto di vaniglia fosse TRASPARENTE e non marrone... era sintetico pure quello.






Di mali estremi, estremi rimedi: mi sono fatta il mio estratto personale, sfruttando gli studi di scuola.

PER UN BARATTOLO "4 STAGIONI" DA 500ML:

4 bacche di vaniglia
1/2 litro di vodka liscia

Incidete le bacche di vaniglia, prelevate con la punta del coltello i semini e metteteli nel barattolo insieme alle bacche incise.

SCALDATE LA VODKA: allora. Spiego: perchè l'estrazione avvenga, l'alcol della vodka non deve evaporare, ma deve essere caldo. Quindi scaldate la vodka ma spegnete immediatamente il fuoco appena vedete le prime bollicine sui bordi, o appena avvertite che sta per bollire. ATTENTI A QUESTO PASSAGGIO.

Versate la vodka ancora calda nel vasetto con la vaniglia, chiudere.
Riempite una pentola di acqua fredda (il vasetto deve essere immerso completamente), immergete il vasetto e portate a bollore. Spegnete il fuoco.

Coprite con un coperchio (non in vetro, nella pentola non deve entrare luce), e lasciate raffreddare per un giorno e una notte).

Togliete il vasetto dall'acqua, asciugatelo, rivestite con un foglio d'alluminio e lasciate al buio una settimana.

Trascorso quel tempo il vostro estratto sarà pronto per i vostri dolcetti! (Io ne uso al max 2 cucchiai per qualsiasi impasto perchè è veramente POWER). 

Perdonate le foto, il mio sta per terminare....


martedì 26 agosto 2014

La Formaggiotorta, o Cheesecake che dir si voglia

Ho iniziato a farla in realtà prima che qualcuno incominciasse a farla con il PHILADELPHIA.
Secondo me, invece rimane uno dei pochi dolci da veri cultori e appassionati, e quindi siccome per la CHEESEcake = FORMAGGIOtorta, io ci metto la RICOTTA, che è un formaggio VERO.

Allora, la ricetta che io uso abitualmente prevede una cheesecake al cioccolato e vaniglia "a bersaglio", ma io ogni volta la faccio come mi va, quindi in linea di massima potete ottenere parecchi risultati diversi.

Questa ha una base al cacao, il ripieno liscio e un'asprigna marmellata di mirtilli.


Ingredienti per la base

- 225g di biscotti secchi sbriciolati (io di solito uso i Digestive perchè mi piace il loro sapore un po' "integralino" , ma vanno bene anche i Novellini o quel che volete, solo vi dico NO I GRANCEREALE)

- 3 cucchiai di cacao amaro

- 2 cucchiai di zucchero di canna

- 90g di burro fuso

Per la farcia

- 750g di ricotta fresca (mucca, capra, bufala, topo, vedete voi)

- 200g di zucchero semolato

- 3 uova

- 2 cucchiai di estratto di vaniglia (o i semi di una bacca, NO VANILLINA! NO! NO! MAI! VERBOTTEN! NON E' VANIGLIA, C***O!!!)

- marmellata

Cominciamo:

Per la base: in un recipiente amalgamate i biscotti sbriciolati, il butto, il cacao e lo zucchero. Fate aderire bene al fondo dello stampo.

Cuocete in forno per 10 minuti a 180°C. Lasciate raffreddare su una gratella. Aprire delicatamente lo stampo e imburrare il bordo. Richiudete.

Abbassate il forno a 160°C.

Setacciate la ricotta in un recipiente e lavoratela a crema con una frusta.

Aggiungete gradualmente lo zucchero, quindi le uova una alla volta e la vaniglia.

Sistemate sulla griglia più bassa del forno un recipiente con dell'acqua e lo stampo con il dolce su quella superiore.

Cuocete per 1 ora e 10 minuti, fino a quando il centro del dolce è asciutto.

Dopo averlo sfornato, passate un coltello sul bordo del dolce.

Lasciate raffreddare nello stampo su una gratella.

Aprite con attenzione lo stampo.

Far raffreddare in frigorifero e ricoprire la superficie con la vostra marmellata preferita.



E' un pochino menoso come dolce, ma provateci, vedrete che soddisfazione!




Pagnotta rustica alle olive (che con una fettina di salame è la mortesua!)

Erano belli i tempi della cara impastatrice, ora un po' meno. (Però, donne, a impastare a mano ci facciamo due tette imperiali, quindi meglio così).

Una pagnotta rustica, dalla crosta croccante e friabile, con quel tocco di oliva che ci piace assai.






Cosa vi servirà mai?

- 1 cucchiaino di zucchero sciolto in CIRCA 320ml d'acqua tiepida (ORA: la quantità d'acqua nel pane dipende da 5253928 fattori diversi, quindi regolatevi e vi consiglio di partire con 250/300ml d'acqua e in caso aggiungerne dopo)

- 2 cucchiaini di lievito secco

- 510g farina

- 1 cucchiaino di sale

- 1 cucchiaio d'olio

- 340g di olive verdi

Preparatevi gli ingredienti sotto mano e... 

Spolverizzate la parte superiore della miscela di acqua e zucchero con il lievito e lasciar riposare 10-15minuti.

In una grande terrina unite la farina e il sale e le olive, formate una fontana e versate al centro il lievito liquido e l'olio.

Amalgamate bene per formare un impasto soffice; se è troppo asciutto aggiungere acqua, se è troppo umido aggiungere ancora un po' di farina.

Lavorate l'impasto per circa 10 minuti, fino a quando diventa soffice, spumoso ed elastico.

Trasferitelo in una terrina leggermente unta e ruotatelo per oliarne la superficie.

Coprite e lasciate riposare in un posto caldo per circa un'ora.

Rovesciate l'impasto sul piano di lavoro infarinato e schiacciare il centro dell'impasto con il pugno.

Dategli una forma... Dategli la forma che volete, sistematelo su una teglia da forno coperta di carta forno, coprite e lasciare riposare per un'altra ora. (E' PANE, NON UNA FRITTATA, ARMATEVI DI SACROSANTA PAZIENZA)

Preriscaldate il forno a 200/220°C, spolverate la parte superiore di farina, incidete e fate cuocere la vostra pagnottona per circa 30 minuti.




Per verificare la cottura, passati i 30 minuti, picchiettate la superficie del pane: se il rumore che fa è "vuoto", il pane è cotto, altrimenti infornate di nuovo.


CIMENTATEVI, e fatemi sapere!


lunedì 25 agosto 2014

La torta della Mamma del Taccio





Non poteva mancare. 

Non sono un'amante dei dolci, o meglio: mi piace molto più prepararli che mangiarli. Ma questa torta... QUESTA TORTA!


L'ho mangiata per la prima volta ad una cena condivisa dell'associazione (a proposito, fateci un giro e venite a trovarci Associazione Culturale Kantiere Misto ), portata dal nostro cestista Il Taccio, e da allora è dipendenza pura.

Tra l'altro, ho sempre pensato, erroneamente, che la scorza del limone non c'azzeccasse molto con il cioccolato... e invece!!!




Ingredienti per la torta con le gocce di cioccolato della Mamma del Taccio

- 250g di farina

- 100g di zucchero

- 100g di burro fuso

- 2 uova

- un bicchiere di latte

- una bustina di lievito per dolci

- scorza di un limone grattugiata

- 150g di gocce di cioccolato


Procediamo:

Preriscaldate il forno statico a 180° C.

Sbattete le uova con lo zucchero.

Aggiungete lentamente il burro fuso e il latte.

Incorporate la farina, il lievito, la scorza di limone e le gocce di cioccolato.

Infornate per 30 minuti circa, fate raffraddare e cospargere di zucchero a velo.


Provatela, e fatemi sapere! ;)



sabato 23 agosto 2014

mud cake aka la torta al cioccolato più fika del mondo

Ieri ero una corda di violino.
Sarà quest'estate magnifica della pianura veneta...
E bla, bla, bla: alla fine erano le 21.00, mi annoiavo, e poi si sa che la sera se accendo il forno non mi arriva una bolletta degna della madre dei Cieli, dai, insomma: ho fatto la torta al cioccolato più hfkjanscjknsf* del mondo (*cit della mia dolce metà). 




E Mud Cake sia.
Si tratta di una torta cioccolatosissima, con un interno pastoso e una crosticina leggera e friabile.
Dunque, se siete a dieta, se siete per le torte leggere, questa... ecco, questa non fa per voi.
Calcolate, inoltre, che la ricetta originale prevede una copertura di ganache al cioccolato (panna e cioccolato), ma era tardi, e poi è già un mattone così...

Signoreeee e signoooooori venghino! Ecco gli ingredienti:

- 200g di cioccolato fondente (FONDENTE, perchè se no ve lo dico viene dolcissimerrimissimissima e,     comunque la mud cake è fondente)

- 30g di cacao amaro

- 250g di burro (niente meno di un panetto di burro)


- estratto di vaniglia (eh, qui potrei scriverci un libro. Io faccio l'estratto con le mie mani ignoranti, ma potete comunque acquistarlo, o mettere 4/5/6/millanti € di bacche di vaniglia nell'impasto, vedete voi, ma vi prego, LA VANILLINA NO, piuttosto, in mancanza di vaniglia NON METTETECI NULLA)

- 250g di zucchero semolato (dolcino 'sto dolce)

- 3 uova

- 100ml di latte

- una bustina di lievito per dolci

- 220g di farina

- 1 cucchiaio di caffè solubule (il nescafè, per intenderci)


Bene, passiamo alla pratica: 

- Riscaldate il forno STATICO a 160°C

- Fondere a bagnomaria il cioccolato con il burro, la vaniglia, il caffè e il cacao

- Una volta sciolto, trasferite il cioccolato fuso in una ciotola e sbattere con uno sbattitore aggiungendo lo zucchero, le uova e il latte

- Aggiungete la farina e il lievito

- Riempite uno stampo foderato di carta forno e infornate per circa 60 minuti.







Dove, come, chi, quando, perché.

Mi sono ritrovata il nome di Valentina.
E sono una di quelle Valentine di nome e di fatto: va-lentina.

Nella mia vita ci sono sempre state molte passioni, ma tutte legate dalla stessa cosa: le mani.
Tutto ciò che mi piace fare, non potrei farlo senza le mie mani, e a pensarci è una cosa così stupida...
Mi piace disegnare, gli angoli della matita sotto i polpastrelli, la carta che ti fa diventare l'anulare e il mignolo lucidi lucidi.
Dipingo, se così si può dire. E allora mescolo i colori con lunghi manici di pennelli, e poi capita inesorabilmente un gocciolone sulla mano, e uso le dita sul muro per cancellare, dove sbaglio.
Perchè le mani sbagliano, perchè sono ignoranti e non sanno. E bisogna insegnargli pian piano.
A trovare la giusta consistenza del pane, a non far stancare i polsi quando sbatti le uova.

Questo sarà il mio blog: i racconti delle mie mani ignoranti (e a volte pigrissime), e dei lavori che facciamo insieme.